In questo articolo leggiamo quanto sia importante una diagnosi corretta nel diagnosticare la sindrome del piriforme.
Che cos’è la sindrome del Piriforme?
È una condizione dolorosa di tipo neuromuscolare caratterizzata da dolore al gluteo e alla parte posteriore della coscia, dato dalla compressione del nervo sciatico nel suo passaggio dietro al muscolo piriforme che si trova in profondità nel gluteo.
La sintomatologia
La sintomatologia è a carico del nervo sciatico ma l’origine del problema non è da imputare alla colonna lombare o all’osso sacro, si caratterizza appunto per una sciatica così detta “tronca” perché parte dal gluteo ma non scende oltre il ginocchio.
Colpisce di solito nella 4-5 decade di vita, più comune nelle donne.
Diagnosticare la sindrome del piriforme
Se palpata la zona glutea interessata è dolente con dolore locale o irradiato.
Spesso non è riconosciuta o diagnosticata in modo corretto, si stima che circa il 6% dei pazienti a cui è diagnosticata una lombosciatalgia in realtà soffrono di sindrome del piriforme, oppure a volte alcune condizioni patologiche possono mimarne la sintomatologia[1].
Ritardare la diagnosi comporta problemi cronici a carico del nervo o delle strutture articolari e muscolari coinvolte.
E’ fondamentale individuare dai segni clinici tale problema e differenziarlo da patologie che colpiscono la radice del nervo all’uscita dalle vertebre lombari, attraverso specifici test è possibile fare una diagnosi differenziale adeguata.
Inoltre alcune problematiche dell’anca possono mimare tale disturbo, e anche qui è fondamentale l’interpretazione dei segni clinici eventualmente supportati dalle indagini radiografiche.
Altre patologie che dobbiamo escludere sono la sacroileite (infiammazione dell’articolazione tra osso sacro e bacino), infiammazioni acute della zona lombare, problemi meccanici a carico delle articolazioni del bacino.
L’uso della diagnostica per immagini è utile solo per fare diagnosi per esclusione perché non c’è nessun segno specifico evidente dalle RX o dalla risonanza che evidenziano una sindrome del piriforme.
Esiste una forma primaria che è causata da anomalie anatomiche a carico del muscolo piriforme o dello sciatico nel suo passaggio nel gluteo.
La forma secondaria invece è conseguente a traumi (caduta sul sedere), microtraumi ripetuti, masse occupanti spazio, o ischemia locale.
Queste cause possono provocare infiammazione dei tessuti, compressione diretta del nervo e carenza della normale vascolarizzazione.
Tra i microtraumi includiamo il sovraccarico funzionale dato per esempio da attività lavorative o sportive che coinvolgono la zona in maniera specifica o creano compensi anomali sul bacino o sull’anca.
Sintomi e segni:
- Dolore se si sta seduti per più di 15/20 minuti
- Dolore irradiato dal gluteo al ginocchio che si può accompagnare a formicolio o sensazione di scosse elettriche
- Dolore alla deambulazione (che spesso passa al riposo)
- Dolore nel rialzarsi dalla sedia
- Dolore che si può irradiare all’inguine
- Possibile dolore quando aumenta la pressione addominale (colpo di tosse, starnuto o durante la defecazione)
- Sensazione di stanchezza muscolare
- Difficoltà a portare la punta del piede verso l’interno, anca ruotata esternamente quando si sta sdraiati
- Tensione sulla zona del bacino dal lato del dolore
- Lieve diminuzione del tono dei muscoli glutei
La diagnosi precoce e quindi il trattamento riduce immediatamente la sintomatologia e nel 79% dei casi si scongiura il ricorso ai farmaci.
Il trattamento
Il trattamento manuale e l’esercizio terapeutico sono ottimali come interventi conservativi nell’immediato.
Con il primo, si riduce l’alterazione meccanica a carico delle articolazioni del bacino e dell’anca, si interviene sui muscoli ripristinandone la normale elasticità, si recupera la corretta vascolarizzazione sulla zona e si interviene con delle tecniche specifiche per ridurre l’intrappolamento del nervo.
L’esercizio terapeutico è utile per recuperare il fisiologico tono muscolare e mantiene una corretta mobilità dei distretti anatomici.
Come mantenimento a volte è necessario un percorso di rieducazione posturale spalmato sul lungo periodo (soprattutto per le situazioni croniche) per evitare le ricadute e per avere un effetto duraturo nel tempo.
I pazienti che sono resistenti ai trattamenti devono essere indirizzati al medico specialista per eventuali trattamenti infiltrativi di solito a base di steroidi o lidocaina (antinfiammatori e analgesici).
Il trattamento chirurgico di decompressione è raro ed è previsto per esempio nelle forme secondarie in cui è presente una massa che è la causa della compressione.
[1] https://www.andrealostocco.it/lo-strano-caso-della-sindrome-del-piriforme-e-limportanza-della-diagnosi-differenziale
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