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Oggi parliamo di cefalea cervicogenica, meglio conosciuta come mal di testa da cervicale.

Cos’è la cefalea cervicogenica?

La cefalea cervicogenica è una sindrome caratterizzata da dolore emicranico cronico che può essere riferito su tutte le strutture ossee e i tessuti molli del cranio e del collo. Spesso si irradia sulle branche trigeminali del viso (1) .

È al terzo posto per incidenza tra le cefalee secondarie. Si stima che ne può soffrire circa il 2.5% della popolazione, con una prevalenza tra i 40 e 50 anni di età e un rapporto donna-uomo di 4:1.

Le condizioni fisiopatologiche e l’origine di tale sindrome è ancora dibattuta, dato che non è chiaro se ciò dipende dalle strutture muscolari, nervose, ossee, articolari e vascolari del collo (o c’è una commistione di cause concomitanti).

Gli studi ci dicono che il 64% circa delle emicranie è accompagnato da dolore cervicale e rigidità muscolare, il 39% riferisce questi sintomi come prodromi (sintomi iniziali), il 31% racconta che permangono anche dopo l’attacco emicranico.

In un altro studio, il 69% dei pazienti ha descritto il dolore come “opprimente”, il 5% “pulsante”, il 17% riferisce senso di pesantezza. Il dolore al collo era unilaterale nel 57% degli intervistati, il 98% dei quali ha riferito che si è verificato dallo stesso lato del mal di testa.

Cause e sintomi

Come in tutte le emicranie spesso si riscontra un alterato atteggiamento della colonna cervicale (e dorsale), alta dolorabilità dei muscoli del collo con presenza di punti molto doloranti al tatto. Nelle fasi avanzate e cronicizzate si confonde o si associa alla cefalea miotensiva (2).

cervicalgia

Essendo coinvolte le strutture del collo, all’origine di queste cefalee può esserci un trauma come per esempio un colpo di frusta, ma queste rappresentano solo una piccola parte.

Il dolore può partire dalla base del collo, dalla zona intermedia o dalle cervicali più alte è si irradia alla base della nuca, nella zona occipitale, all’apice del cranio fino ad arrivare all’occhio.

L’elenco ci descrive meglio la clinica:

  • Dolore unilaterale alla testa o al viso, può occasionalmente essere bilaterale
  • Dolore localizzato alla nuca, alla fronte, attorno all’orecchio o intorno all’occhio
  • Dolore di intensità da moderata a grave
  • Attacchi intermittenti di dolore che può durare da ore a giorni oppure dolore costante con attacchi sovrapposti
  • Il dolore è generalmente profondo e non palpitante, lo può diventare quando gli attacchi si sovrappongono
  • Il dolore alla testa è innescato dal movimento del collo, da posture del collo sostenute o scomode, dalla pressione sulla zona nucale o sulle vertebre più alte; tosse o starnuti possono scatenare dolore
  • I movimenti del collo risultano ridotti o comunque rigidi
  • A volte gli attacchi si associano ai sintomi come nausea, vertigini, fotosensibilità, vista offuscata o lacrimazione

*Modified from Biondi DM: Cervicogenic headache: mechanisms, evaluation,and treatment strategies. J Am Osteopath Assoc. 2000;100(9 Suppl):S7-14

La diagnosi della cefalea cervicogenica

Come per ogni patologia una corretta diagnosi e un’attenta valutazione clinica è importante. I pazienti con cefalea cervicogenica durante la visita manifestano:

  • cefalea 02Alterato atteggiamento del collo e del dorso con limitazione dei movimenti vertebrali.
  • Il mal di testa può essere innescato o riprodotto da movimenti attivi del collo, posizioni passive tenute per qualche secondo soprattutto in estensione o in estensione e rotazione dal lato del dolore.
  • Dolore alla pressione sulle strutture articolari delle cervicali o vicino i nervi occipitali.
  • cefalea trigger pointsAlcuni autori descrivono la presenza dei così detti trigger points (punti grilletto) che si trovano in zona nucale, alla base del collo o attorno alle scapole, questi se premuti irradiano il dolore sulle zone interessate dagli attacchi di cefalea.
  • Non sono presenti segni e sintomi riferibili ad alterazioni neurologiche date dalla compressione delle radici dei nervi cervicali.

Gli esami di diagnostica per immagini (RM, Rx ecc) non confermano la diagnosi di cefalea cervicogenica ma servono ad escludere altre cause.

Gli esami di laboratorio possono essere necessari se c’è il sospetto di artrite reumatoide, lupus, problemi tiroidei ecc, ma che spesso generano altri sintomi associati.

Il trattamento

Il trattamento fisioterapico è considerato il miglior approccio a queste problematiche, e come affermano gli studi, indipendentemente dall’età e sesso del soggetto e dalla cronicità o meno della cefalea, anche nei casi di dolore grave.

Lo scopo naturalmente è quello di ridurre la frequenza degli attacchi e l’intensità del dolore.

cefalea 04Sempre attingendo agli studi scientifici, si appura che il trattamento manuale osteopatico risulta tra i più efficaci, l’approccio sulle articolazioni vertebrali, il lavoro sulle rigidità muscolari il coinvolgimento di più distretti corporei per ristabilire un corretto equilibrio meccanico e posturale ci permette di avere un buon successo sulle cefalee cervicogeniche.

Inoltre inserire degli esercizi propriocettivi e di recupero della mobilità spesso ci dà dei buoni risultati nel mantenimento del beneficio sul lungo periodo.

In supporto al trattamento fisioterapico/osteopatico, soprattutto nei casi cronici, si ricorre all’uso dei farmaci che, a discrezione del medico, vanno dai FANS (antinfiammatori non steroidei), agli antidepressivi, agli antiepilettici, agli analgesici, a volte si associano dei miorilassanti.

Solo raramente si ricorre all’intervento chirurgico, nei casi in cui la situazione articolare vertebrale è talmente compromessa, e naturalmente, quando lo stato di salute del paziente ce lo permette.

Lo scopo di questi articoli è di dare semplici nozioni per aiutare il paziente a comprendere le varie patologie, i loro sintomi e il loro decorso, ciò è importante per potersi orientare e ricorrere alle giuste cure per risolvere al più presto problemi che possono condizionare negativamente la qualità della vita.


(1) Il trigemino è il 5 nervo cranico che parte dal midollo spinale all’altezza delle prime vertebre cervicali e che si irradia con tre branche principali su tutto il viso fornendo innervazione motoria e sensitiva. Particolarmente le fibre sensitive, che quindi trasportano il segnale doloroso, hanno connessione con le radici del plesso nervoso cervicale.
(2) https://www.andrealostocco.it/cefalea-miotensiva/

Parliamo oggi della sindrome cervicale post-concussiva, purtroppo molto di attualità considerando il periodo…

GUARDATE CHE BEL TUFFO … DI TESTA

Durante il periodo estivo si frequentano spiagge e piscine e spesso capita, soprattutto agli adolescenti, di lasciarsi andare in maniera goliardica o distrattamente e tuffarsi in punti dove il fondale è basso.

Si va a colpire così il fondo sabbioso o quello di una piscina con la testa.

Cos’è la sindrome cervicale post-concussiva?

Quello che succede tecnicamente è una concussione (o commozione) cerebrale che può avere degli esiti anche di grosso rilievo neurologico.

Oppure creare delle problematiche alle zone anatomicamente vicine alla testa come la zona cervicale che direttamente “assorbe il colpo” o “subisce il colpo”.

In entrambi i casi si può venire a creare la così detta sindrome cervicale post-concussiva, nella quale sono coinvolte le strutture muscolari, legamentose, i dischi intervertebrali o addirittura la struttura ossea.

Questa sindrome è caratteristica di alcuni sport in cui si verificano contatti ravvicinati ad alto impatto come il football americano.

SINDROME CERVICALE POST-CONCUSSIVA 01Iniziamo con il definire bene la concussione.

E’ un trauma indotto da un impatto ad alta velocità della testa (trauma cranico) con una forza assiale che può indurre una flessione o una estensione forzate del collo (diverso dal colpo di frusta in cui non c’è un trauma diretto sulla testa).


I sintomi della sindrome cervicale post-concussiva

Può generare sintomi lievi come un piccolo ematoma fino a problemi che coinvolgono in maniera seria le strutture intracraniche.

Questi soggetti si rivolgono in prima battuta alla medicina d’urgenza sottoponendosi a tutti gli accertamenti specialistici del caso.

Fortunatamente spesso non vengono riscontrate problematiche gravi e il paziente viene rimandato a casa.

Escludendo i traumi che coinvolgono direttamente le vertebre cervicali, come fratture o lesioni ai tessuti molli che sono di pertinenza medico chirurgica, immediatamente dopo il trauma oppure dopo ore o giorni si possono manifestare sintomi che coinvolgono la colonna cervicale.

I sintomi cervicali post-concussivi possono essere identici a quelli di una classica cervicalgia acuta (vedi tabella).

Quando il paziente si presenta da noi professionisti della salute prima di ogni cosa è necessario in fase di anamnesi chiedere se c’è stato un recente trauma, ed in tal caso mandarlo subito dal medico specialista di riferimento prima di ogni trattamento.

 

Sintomi comuni tra la sindrome post-concussiva e la cervicalgia
Rigidità del collo
Cefalea (emicrania)
Vertigini, instabilità e disturbi dell’equilibrio
Irritabilità
Disturbi del sonno
Acufeni
Difficoltà cognitive, di attenzione e di concentrazione

 

Nei casi di sindrome cervicale post-concussiva, i sintomi più comuni sono le vertigini e la cefalea, per le prime ci sono motivi propriocettivi (sensoriali) mentre per la seconda il motivo è dato dal meccanismo di irritazione dei centri del dolore.

SINDROME CERVICALE POST-CONCUSSIVA 02Le vertebre cervicali alte hanno una forte connessione neurologica con i centri dell’equilibrio a livello del sistema nervoso centrale.

Le conseguenze

Dopo un trauma cranico in cui la forza meccanica coinvolge anche le vertebre cervicali (particolarmente quelle più alte) si crea quella che in termine medico si chiama neuroaprassia, ovvero un trauma del nervo senza processo degenerativo delle fibre nervose (la neuroaprassia di solito si riduce da pochi giorni ad alcune settimane dal trauma).

Da un nervo aprassico partirà un segnale anomalo che raggiungerà i centri nervosi superiori ed il segnale di ritorno sarà non coerente e svilupperà la sensazione vertiginosa o di instabilità.

SINDROME CERVICALE POST-CONCUSSIVA 03La relazione neurologica delle prime vertebre cervicali è altrettanto intensa (in termini di ripercussioni post trauma) con i nuclei centrali del trigemino.

Questi se sensibilizzati possono dare una sintomatologia emicranica da dolore riferito di origine cervicale. Inoltre si associa la forte componente di contrattura muscolare che alimenta il circolo vizioso del dolore.

Come spesso avviene nelle sindromi post-traumatiche, anche nella sindrome post-concussiva si verificano dolori miofasciali e tensioni muscolari che coinvolgono la zona interessata dal trauma e quelle vicine.

I muscoli più coinvolti sono i trapezi e i muscoli sub-occipitali alla base della nuca che si contraggono in modo anomalo ed alimentano la rigidità, la “pesantezza” nucale e le cefalee.

Nel caso specifico del tratto cervicale questa condizione dolorosa genererà la riduzione della capacità di compiere movimenti sia semplici che complessi.

SINDROME CERVICALE POST-CONCUSSIVA 04


La cura della della sindrome cervicale post-concussiva

I pazienti con sindrome cervicale post-concussiva devono necessariamente ricorrere a cure fisioterapiche per ridurre i sintomi correlati ed evitare che questi possano cronicizzare.

È importante sottolineare come sempre l’importanza dell’anamnesi, e quindi della corretta raccolta dei dati del paziente e il suo inquadramento clinico.

Le giuste domande, i test clinici precisi e una puntuale valutazione ci permettono di lavorare ed essere efficaci, senza rischi per il paziente e quindi in estrema sicurezza.

 

Articolo presente anche su: apainstitute.it