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In questo articolo ripropongo un bel lavoro presente sul sito https://www.spine-health.com/ che descrive una delle più comuni problematiche che colpiscono i pazienti ovvero la sciatica e le sue cause.

sciatica le cause più comuni 01La sciatica, o sciatalgia, è un sintomo che può essere causato da una serie disparata di condizioni cliniche, letteralmente vuol dire infiammazione del nervo sciatico, capirne le cause è un passo fondamentale per orientare il paziente verso un percorso di guarigione.

Il nervo sciatico esce dalle ultime vertebre lombari e le prime vertebre dell’osso sacro, è il più lungo e spesso nervo del corpo umano percorre il territorio che va appunto dalla colonna lombare, al gluteo, alla parte posteriore della coscia, il polpaccio e il piede.

L’irritazione del nervo alla sua uscita dalla colonna vertebrale o lungo il suo decorso può generare dolore, formicolio, alterata sensibilità e debolezza su parte o su tutto il percorso del nervo. L’intensità e la durata dei sintomi dipende dalla severità del problema che causa il sintomo sciatalgico.


Le cause più comuni che determinano il coinvolgimento del nervo sciatico sono varie:

  • ernia del discoErnia del disco: gli studi ci mostrano che circa il 90% delle sciatiche è causato da un problema al disco intervertebrale nelle forme di protusioni, ernie, bulging discale, diminuzione dello spessore del disco stesso per esempio per disidratazione. Questo crea una compressione della radice dello sciatico. L’ernia del disco può causare la sciatica in due modi:
  • Compressione diretta: il disco o il materiale che esso contiene e che fuoriesce per rottura delle fibre esterne, va a comprimere direttamente la radice del nervo.
  • Infiammazione per cause chimiche: il materiale discale che fuoriesce può avere caratteristiche acide (acido ialuronico) che può irritare la radice del nervo.

Un disco erniato può comprimere la radice di un solo lato con sintomi che coinvolgono solo una gamba, oppure può comprimere entrambi le radici causando problemi a tutte e due le gambe (sciatica bilaterale).


  • Degenerazione: i tessuti come ossa (articolazioni) e legamenti possono andare incontro a problemi degenerativi per età o sovraccarico, ciò può comprimere o irritare il nervo spinale. La degenerazione delle faccette articolari può anche causare l’infiammazione e l’aumento di massa del tessuto sinoviale nella capsula dell’articolazione. La degenerazione dell’osso della vertebra crea osteofiti che a loro volta sono causa di compressione. Le proteine che vengono secrete dal disco degenerato fanno da mediatori chimici che aumentano il processo infiammatorio locale.

degenerazione

 

  • Stenosi lombare: la stenosi spinale è il restringimento del canale spinale ed è relativamente comune negli adulti di età superiore ai 60 anni. La ricerca suggerisce che la stenosi del forame da cui esce il nervo può essere comune nel causare la sciatica nella popolazione anziana.

stenosi lombare

  • Spondilolistesi: si ha quando si verifica una frattura da stress tra il corpo della vertebra e l’arco osseo posteriore, questo fa scivolare la vertebra in avanti con conseguente intrappolamento della radice del nervo, anche bilateralmente. È più comune nei giovani adulti.

spondilodistesi

Quelle descritte sono tutte manifestazioni cliniche che possono svilupparsi nel tempo o spontaneamente a causa di traumi e stress fisico. Incidenti, cadute o infortuni possono causare una lesione diretta del nervo, in questo caso la sintomatologia è molto acuta e improvvisa, diversamente da una fase degenerativa che è progressiva nel tempo e quindi anche i sintomi si manifestano progressivamente.

sciatica le cause più comuni 06Oltre a quelle appena descritte, ci sono altre manifestazioni patologiche che hanno tra i sintomi la sciatica, e sono:

  • La sindrome del piriforme: causata dallo spasmo del muscolo piriforme che si trova in profondità nel gluteo e che passa subito sopra al passaggio dello sciatico dietro l’anca. La compressione del nervo avviene per spasmo del muscolo causata spesso da sovraccarico o per problemi di mobilità legati al bacino e all’anca. Il sovraccarico da sovrallenamento può produrre tale condizione patologica.
  • Disfunzioni sacro-iliache: si parla di disfunzioni quando un’articolazione non compie in maniera fisiologica i movimenti previsti, l’articolazione sacro-iliaca è quella tra osso sacro appunto e il bacino. Sono varie le cause che possono generare una disfunzione a tale livello e uno dei sintomi può essere la sciatalgia.

Raramente, la sciatica può svilupparsi a causa di tumori, infezioni, formazione di tessuto cicatriziale, raccolta di liquidi, malattia di Pott (tubercolosi spinale) o frattura della colonna lombare. Sebbene poco frequente, la sciatica può anche svilupparsi come complicazione di metodi di iniezione muscolare errati nel gluteo o in seguito a un intervento chirurgico di protesi dell’anca. Circa l’1% delle donne in gravidanza può sviluppare la sciatica ad un certo punto durante la gestazione.

Esistono dei test specifici che ci permettono di capire se l’origine del dolore è di tipo vertebrale, discale, articolare, o a carico di altre zone anatomiche, come abbiamo visto prima. La corretta raccolta delle informazioni del paziente e dei sintomi riportati oltre all’attenta valutazione clinica ci orientano verso una diagnosi, inoltre è sempre opportuno avvalersi delle giuste indagini radiologiche che sono di aiuto per stabilire un’origine precisa.

La maggior parte delle patologie che ho elencato trovano un enorme beneficio dai trattamenti conservativi come la fisioterapia e la terapia manuale che evitano di ricorrere all’utilizzo di farmaci o peggio all’intervento chirurgico.

 

Questa seconda parte segue il primo articolo dedicato al dolore in cui abbiamo elencato in maniera molto schematica le tipologie di dolore con cui di solito abbiamo a che fare nella nostra pratica quotidiana, ma che rappresentano solo una parte di quelle descritte.

In queste righe vorrei invece parlare di terminologia del dolore, quindi andremo a definire meglio (e a dare un nome) alla sensazione che avverte il paziente e per la quale si rivolge noi.

Allodinia

Percezione di dolore rispetto ad uno stimolo che di solito non è nocicettivo (quindi non provoca dolore).

È una “falsa” percezione da parte del paziente in situazioni in cui non c’è motivo che possa giustificare lo stimolo doloroso (danno tessutale, infiammazioni, presenza di stati patologici ecc. ecc.).

Analgesia

Assenza completa di dolore nonostante vi sia uno stimolo che certamente può causarlo.

Anestesia

Mancanza di sensibilità, ovvero non c’è percezione rispetto a stimoli come calore, tatto ecc.

Ovviamente anche la percezione del dolore è assente. In alcuni casi l’anestesia può provocare dolore, di solito riferito solo a zone circoscritte.

dolore_2_01Dolore non nocicettivo

Caratterizzato dall’assenza di eccitazione dei nocicettori, situazione comune ai dolori di origine psichica.

Dolore disnocicettivo

Caratterizzato dall’assenza della zona anatomica che può generare dolore.

È il dolore causato dall’amputazione di un arto, in cui non è presente perifericamente il recettore del dolore ma il messaggio comunque viaggia sulle vie neuronali e viene elaborato dai centri nervosi.

È il dolore che si manifesta nella così detta “sindrome dell’arto fantasma”.

Dolore in sede di elezione

È il dolore irradiato dai visceri su determinate zone anatomiche superficiali (zone cutanee).

Dolore in sede epicritica

Dolore viscerale riferito sulla zona del viscere implicato o al massimo sulle zone subito adiacenti.

dolore_2_02Parestesia

È il fastidio riferito sulla zona di competenza di un nervo periferico. Descritta come formicolio, scosse elettriche, punture di spillo o torpore da parte del paziente, mai dolorosa.

Disestesia

Fastidio, raramente dolore vero, ma percepito dal paziente come strano, anomalo, difficile da descrivere, mai percepito prima, esula dalle definizioni date per le parestesie.

Ipoalgesia

Risposta diminuita ad uno stimolo doloroso, sono i pazienti che hanno veramente la soglia del dolore più alta.

Iperalgesia

Percezione di dolore importante rispetto ad uno stimolo doloroso normale.

Allochiaria

Percezione del dolore sia su una zona coerente (dove è normale percepirlo) sia su zone dove non si dovrebbe percepire.

Fonte: International Association For Study Of Pain

Il dolore è sicuramente il motivo per cui il paziente si rivolge alle nostre cure e il nostro obiettivo, essendo professionisti della salute, è quello di alleviare il dolore stesso.

Questo processo deve necessariamente avvenire attraverso l’interpretazione di quello che ci troviamo di fronte, mi riferisco non solo ai sintomi ma a tutti quegli elementi che partecipano alla percezione del dolore da parte del paziente e la condizionano.

Facilitare il paziente nel descrivere il dolore che prova facilita la nostra comprensione delle sue esigenze, inoltre ci permette di renderlo partecipe del processo di recupero, aumentando la sua conoscenza rispetto alla sua patologia.

Non è mia intenzione descrivere le condizioni fisiologiche/fisiopatologiche che generano il dolore, men che meno i processi che ci sono a monte. In letteratura ci sono riferimenti molto più autorevoli da consultare.

Queste poche righe più che aiutare il professionista, possono essere utili per i pazienti affinchè abbiano più coscienza del sintomo per il quale cercano una soluzione, in modo che indirettamente sia utile per noi professionisti la gestione del piano terapeutico.

Le fonti possibili di dolore possono essere le più svariate. Più complicato se ci troviamo di fronte a delle sindromi, quindi con un corredo sintomatologico più ampio e disparato.

Il dolore è una “complessa esperienza sensoriale” percepita come spiacevole, la sua complessità scatena nel paziente una serie di reazione che la fanno diventare la “percezione” di una “emozione”.

Per orientarci iniziamo con capire di che tipologia è il dolore.

Dolore muscolare

Il dolore muscolare può avere diverse cause in base al comportamento del muscolo in quel momento o ad un eventuale trauma diretto o indiretto.

Dolore_01Ha come caratteristica quella di insorgere quando si chiede al muscolo di svolgere la sua funzione, cioè contrarsi per creare movimento, con le dovute eccezioni. Escludiamo in questa descrizione le lesioni muscolari che hanno una clinica precisa e vengono diagnosticate spesso con esami diagnostici.

I muscoli possono generare dolore perché aumentano il loro stato di contrazione basale a causa di sovraccarico funzionale.

Il sovraccarico non sempre è il carico eccessivo sollevato per una volta, in questo caso parleremo di spasmo muscolare che è di carattere più acuto e improvviso, ma rappresenta anche la sollecitazione leggera (o leggerissima) a cui il soggetto è sottoposto ripetutamente.

Pensiamo per esempio alle posizioni lavorative, in questo caso parleremo di muscolo teso, il dolore è meno acuto ma più presente e più cronico.

Sui ventri muscolari spesso si generano zone circoscritte di dolore puntiforme con la formazione dei così detti tender points, diversi per definizione dai trigger points, che sono altrettanto circoscritti ma se stimolati irradiano il dolore a distanza attraverso il tessuto mio-fasciale.

Il dolore muscolare che invece passa con il movimento, e un dolore da insufficienza del tessuto muscolare (caratteristico per esempio negli anziani), in questo caso l’attività fisica ed il movimento stesso sono necessari.

Dolore articolare

Il dolore causato da problemi articolari ha la caratteristica di migliorare al riposo e di aumentare con l’attività (sollecitazione dell’articolazione coinvolta).  Ha insorgenza improvvisa ed è ben localizzabile, non da rigidità nei movimenti.

Dolore_02Dato che il dolore articolare può essere causato da patologie sistemiche bisogna stare sempre attenti alle sue caratteristiche. Se colpisce una o più articolazioni (di solito bilaterali e contemporaneamente) e se c’è presenza di alterazioni anatomiche articolari si può pensare a patologie reumatiche e/o infiammatorie acute. Alcuni tumori possono dare un forte dolore articolare notturno.

Dolore irradiato

È un dolore che si irradia, quindi si sposta, su un territorio diffuso e a volte distate dal punto di origine del dolore stesso. In questo caso la risposta al riposo o al movimento può essere variabile rispetto al tessuto o organo coinvolto.

  • Dolore_03Irradiazione neurologica segmentaria: il dolore si diffonde sul territori ben definiti di competenza dei nervi periferici. Può essere coinvolta la radice del nervo all’uscita dalla colonna vertebrale, definito dolore radicolare che si diffonde su tutto il territorio del nervo stesso. Se invece il nervo è coinvolto nel suo percorso avremo un dolore tronculare, e si irradia dal punto implicato verso la periferia.
  • Dolore_04Irradiazione neurologica non segmentaria: il dolore si diffonde attraverso il sistema nervoso ma nella sua parte autonoma, detta sistema nervoso neurovegetativo. Per caratteristiche anatomiche e fisiologiche questo sistema è intimamente coinvolto con la colonna vertebrale e veicola il messaggio doloroso che proviene per esempio dai visceri. L’irradiazione del dolore viscerale segue delle direzioni ben definite sui tessuti e genera il dolore riferito, che meriterebbe una descrizione a parte per la sua importanza e complessità.

Questo mio articolo non pretende di essere esaustivo data a complessità dell’argomento, vuole essere semplicemente un richiamo a delle nozioni elementari che possono essere di grande aiuto soprattutto per i pazienti.

Vi rimando alla lettura della seconda parte dove affronteremo la terminologia del dolore.