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reflusso gastro-esofageo e terapia manuale feat

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Oggi parleremo del reflusso gastro-esofageo e di come la terapia manuale possa rappresentare un valido contributo al suo trattamento.

Come si manifesta il reflusso gastro-esofageo?

Il reflusso coinvolge il contenuto dello stomaco che invece di proseguire verso l’intestino tenue (il duodeno), risale verso l’esofago. I succhi gastrici hanno una concentrazione molto acida e questo irrita le pareti esofagee che non sono ricoperte da uno strato muscoso che le protegge, così come avviene invece in ambiente gastrico.

Fisiologicamente la risalita dei succhi gastrici è impedita da uno sfintere, il cardias, che si apre nel passaggio del bolo alimentare e si richiude proprio per evitare il reflusso.

reflusso gastro-esofageo e terapia manuale 02Gli studi sulle cause del RGE concordano su quelli che sono i fattori chiave che generano tale condizione, sicuramente va considerata l’incontinenza (quindi l’incapacità di contrarsi in maniera efficace) del cardias.

Il motivo può essere dovuto all’incapacità diretta di questa valvola di chiudersi ed aprirsi in maniera corretta, o indirettamente causata da una inibizione del diaframma, l’esofago infatti perfora in muscolo diaframma prima di entrare nella cavità addominale, quindi è estremamente soggetto ai cambiamenti della normale funzione del principale muscolo della respirazione.

Altro fattore importante è il gradiente di pressione tra la cavità addominale e quella toracica, lo squilibrio di queste pressioni è alterato per esempio dall’obesità, da patologie addominali (che coinvolgono altri visceri), dalla posizione seduta protratta nel tempo (la posizione seduta aumenta la pressione addominale, soprattutto se utilizzano cinture o abiti stretti, e questo aumenta la spinta pressoria verso l’alto quindi verso il torace).

I sintomi del reflusso gastro-esofageo

I sintomi sono vari e possono essere comuni anche ad altre patologie, quindi in prima battuta possono trarre in inganno il clinico.

reflusso gastro-esofageoTra questi abbiamo:

  • Rigurgito e/o bruciore retrosternale
  • Dolore alla bocca dello stomaco o irradiato sul torace (e spesso anche al collo e al dorso)
  • Tosse secca
  • Laringite
  • Singhiozzo
  • Gonfiore addominale
  • Respiro sibilante
  • Nausea post prandiale (vomito)
  • Sensazione di asma
  • Erosione dentale

La diagnosi

gastroscopiaLa diagnosi del medico di base o dello specialista si basa sulla raccolta dei sintomi e segni clinici e si può avvalere di indagini strumentali come la PH-metria per misurare l’eventuale iperacidità dell’ambiente gastrico ed esofageo, la gastroscopia si utilizza invece per valutare lo stato irritativo della mucosa esofagea e gastrica, la presenza o meno di erosioni o di ernie iatali che spesso sono associate al RGE.

Il trattamento del reflusso gastro-esofageo

La terapia consiste in prima battuta nel cambiare le abitudini igienico-sanitarie del paziente (alimentazione, situazioni di stress emotivo, eccessivo utilizzo di farmaci come gli antinfiammatori, ecc) eliminando quindi gli eventuali fattori di rischio e poi valutare o meno l’utilizzo di farmaci specifici.

Oggi l’utilizzo di nuovi approcci terapeutici ha preso sempre più piede, la psicoterapia ne è un esempio come la neuromodulazione o la terapia cognitivo-coportamentale, non ultima la terapia manuale può essere di grande aiuto a di supporto alla terapia farmacologica ed eventualmente alla riduzione di questa.

La terapia manuale

I dati scientifici rispetto all’utilizzo della terapia manuale come rimedio al RGE sono molto confortanti soprattutto per quella che è la riduzione dei sintomi e questo già può avere un impatto estremamente positivo sul miglioramento della qualità di vita del paziente.

Gli ultimi studi parlano di un miglioramento medio del 37% dopo una settimana e del 73% dopo un mese (in base alla problematica le sedute di solito sono una o due a settimana).

Inizialmente è bene continuare la eventuale terapia farmacologica e poi confrontarsi con il medico di riferimento per una riduzione o sospensione.

Ma come può la terapia manuale aiutare a gestire una patologia che riguarda i visceri?

I visceri come ogni altra struttura del corpo è avvolta da elementi anatomici che li sostengono, che li rendono più o meno stabili o più o meno mobili a seconda delle proprie funzioni o necessità, sono raggiunti da numerosi vasi sanguigni e sono drenati da altrettanti vasi, per non parlare della struttura muscolare che gli avvolge e del sistema nervoso che ne gestisce le funzioni.

Con la terapia manuale si può lavorare su queste strutture affinchè il viscere migliori le sue funzioni e ritrovi la sua normale fisiologia.

terapia manualeIn particolar modo, rispetto al RGE il trattamento (che deve essere sempre modifica e personalizzato in base al paziente) prevede:

  • Liberare le tensioni muscolari e legamentose della colonna cervicale e dorsale in prima battuta e successivamente della zona lombare e del bacino.
  • Migliorare la mobilità della gabbia toracica, particolarmente della zona attorno alla bocca dello stomaco, quindi lo sterno e i bordi costali bassi.
  • Allentare tutte le tensioni del torace a carico delle strutture fasciali e legamentose.
  • Gestire la funzionalità del diaframma, in quanto muscolo va valutato e tratta la sua tensione o la sua poca efficacia.
  • Allentare le tensioni a carico dello sfintere gastro-esofageo (cardias) per impedire il reflusso verso l’alto dei succhi gastrici, allentare le tensioni dello sfintere gastro-duodenale (piloro) per facilitare lo svuotamento dello stomaco.
  • Migliorare tutta la mobilità dell’area gastrica e del duodeno.
  • Regolare tutto il sistema di gestione delle pressioni tra addome e torace.
  • Inibire o stimolare il sistema nervoso autonomo, che è quello che gestisce di fatto la funzione dei visceri e regola tutte le attività autonome dell’organismo come la circolazione.

Questo tipo di trattamento è ben tollerato dai pazienti, non essendo per niente invasivo, inoltre può essere risolutivo di altre problematiche che oggi sono molto frequenti come le cervicalgie o le dorsalgie.