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Il coccige è l’osso che si trova all’estremità bassa dell’osso sacro con il quale si articola, è composto da 3-5 vertebre fuse tra loro e fornisce l’attacco a numerosi legamenti e muscoli del pavimento pelvico.

Quando il coccige è interessato da problemi irritativi, da sovraccarico o da un trauma avrà origine il dolore, allora parleremo di una Coccigodinia 01condizione dolorosa chiamata coccigodinia, a volte facile da risolvere, altre volte invalidante per il paziente e difficile da affrontare per il professionista della salute.

Attorno all’articolazione tra osso sacro e coccige è presente un gruppo di nervi, il plesso pudendo e la terminazione del tronco del sistema nervoso simpatico, che spesso sono causa di dolori che interessano la zona pelvica.

Il coccige può compiere movimenti minimi di flesso/estensione, la flessione avviene grazie alla contrazione dei muscoli del pavimento pelvico, l’estensione avviene passivamente durante la defecazione ed il parto.

Oltre ai legamenti e ai muscoli del pavimento pelvico, una serie di fasce e di muscoli (importanti come il grande gluteo) lo  circondano.

La sua posizione, le sue caratteristiche anatomiche e biomeccaniche, la connessione con strutture importanti lo predispongono a varie condizioni che possono interferire con la sua integrità.

Coccigodinia 02Circa il 60%-70% dei casi di coccigodinia avviene per traumi, stiamo parlando della caduta “sul sedere”, il dolore solitamente è immediato, altre volte è lieve ma rimane una condizione latente che si manifesta anche dopo 2/3 anni.

Successivamente ad un trauma, oltre all’irritazione dei tessuti si può verificare che il coccige perda il suo normale contatto con il sacro e cambi il suo orientamento normale, parleremo allora di lussazione o sub-lussazione.

Altre cause di coccigodinia possono essere l’eccessiva perdita o l’eccessivo aumento di peso, patologie degenerative articolari, problematiche a carico del pavimento pelvico, fistole sacrali o ascessi.

Le fratture del coccige sono rare. L’irritazione da sovraccarico può essere causa di dolore al coccige, pensiamo alle situazioni in cui la pressione sulla zona è costante come quando si sta troppo tempo seduti soprattutto su superfici inadatte o si fanno sport come il ciclismo o l’equitazione.

In questi casi i tessuti molli che circondano l’osso vanno incontro a microtraumi continui e ad irritazione.

La coccigodinia, senza traumi precedenti, può essere causata da vari fattori, può essere successiva a violenti colpi di frusta o causata da problemi di origine lombo-sacrale (può infatti migliorare con dei trattamenti su questa zona).

Coccigodinia 03L’articolazione fra coccige e osso sacro può andare incontro a processi degenerativi e infiammatori anche cronici, o addirittura borsiti (infiammazione delle borse sierose di scorrimento).

Nelle donne la coccigodinia può essere successiva al parto per cause soprattutto meccaniche e irritative. I soggetti con problemi in zona ano-rettale possono soffrirne a causa dell’irradiazione del dolore.

Sono descritti anche casi di coccigodinia essenziale (senza causa certa) che sono state associate a reazioni psicosomatiche successive ad un lutto o al divorzio.

Ci sono delle situazioni congenite in cui il coccige si trova più in flessione del normale e negli anni questo mal posizionamento può essere causa di dolore.

Il dolore della coccigodinia si manifesta soprattutto quando si sta seduti, quindi quando c’è contatto diretto, si riduce rimettendosi in piedi o riducendo la pressione sulla zona.

Se c’è una lussazione il dolore è presente anche al cambio di posizione o nel rialzarsi dalla sedia. La tosse, gli starnuti, la defecazione o i rapporti sessuali sono tutte situazioni che possono aumentare il dolore.

Coccigodinia 04Molti problemi viscerali come fistole anali, cisti, prostatiti, emorroidi, problemi ginecologici o rettali possono “mimare” un dolore al coccige che non avrà quindi un’origine muscolo-scheletrica.

In fase di valutazione clinica bisogna sempre interrogare il paziente su eventuali problemi correlati per una corretta diagnosi differenziale.

La valutazione prevede la palpazione di tutta l’area per cercare i punti più dolenti, questi di solito si  individuano all’apice del coccige e/o sui tessuti circostanti.

Si valuta sempre il corretto movimento articolare in relazione all’osso sacro e la tensione dei muscoli, dei legamenti e delle fasce che possono essere tesi e accorciati e possono presentare essi stessi punti dolorosi soprattutto sui margini laterali dell’osso.

Per accertare la diagnosi possono essere utili più indagini strumentali che devono comunque essere sempre affiancati da una corretta valutazione clinica.

Le radiografie ci mostrano la corretta posizione del coccige e i suoi rapporti con l’osso sacro.

E’ consigliabile sottoporsi ai raggi X sia in posizione eretta che da seduti, in quest’ultima posizione la lussazione in flessione può risultare più evidente.

La risonanza magnetica può essere utile per escludere problemi che interessano i tessuti circostanti l’osso.

La coccigodinia risponde bene al lavoro manuale. Generalmente il trattamento prevede una serie di tecniche sull’articolazione tra osso sacro e coccige per ridurre le disfunzioni potenziali che ne alterano il movimento.

Nei casi di lussazione o sub-lussazione bisogna ristabilire il normale rapporto articolare altrimenti il problema facilmente diventa cronico, i risultati del trattamento di solito sono immediati e definitivi.

Oltre all’articolazione vengono trattati necessariamente tutti i tessuti attorno compresi i muscoli del pavimento pelvico che facilmente troveremo contratti e accorciati così come una serie di strutture legamentose e fasciali che arrivano sul coccige e che  sono fonte di tensioni, di restrizioni di movimento e che possono essere responsabili del dolore (diretto o irradiato  sugli stessi tessuti circostanti).

Il lavoro riflesso sull’osso sacro è utile a ridurre il segnale doloroso sui nervi che circondano la zona.

È necessario controllare tutte le strutture che hanno a che fare con il bacino (sacro, colonna lombare e anche) perché potremmo trovare la causa o le concause che alimentano la situazione dolorosa.

In alcuni casi è utile consigliare esercizi a casa per il recupero del tono dei muscoli del pavimento pelvico come per esempio gli “esercizi di Kegel”.

Nella fase acuta o sub-acuta è utile consigliare al paziente l’uso di cuscini ad anello da utilizzare sempre quando si sta seduti.

Se al termine di almeno un ciclo di trattamenti manuali la sintomatologia è refrattaria si può associare la terapia fisica con l’uso di ultrasuono o laser terapia, o si consigliano infiltrazioni locali di anestetico o di corticosteroidi.

La sindrome del piriforme è una condizione patologica che colpisce la parte posteriore dell’anca dove c’è il passaggio de nervo sciatico.

Si manifesta con una contrattura del muscolo piriforme per cause irritative date da scompensi e squilibri muscolari di solito da sovraccarico funzionale.

Contraendosi, il muscolo piriforme comprime il tronco del nervo sciatico che gli passa vicino e questo causerà una irritazione più o meno costante del nervo stesso.

Sindrome_piriforme_01La sintomatologia è caratteristica, con dolore che dal gluteo arriva fino al cavo popliteo (parte posteriore del ginocchio), dolore che aumenta durante il movimento, quindi quando il muscolo si attiva o se si comprime la zona stando seduti o per la presenza del portamonete.

È evidente una limitazione articolare dell’anca ai test articolari, mentre tutti i test neurologici possono essere negativi rispetto ad un interessamento del nervo alla radice, quindi alla sua uscita dalla colonna vertebrale.

È una sindrome abbastanza facile da diagnosticare e spesso altrettanto facile da curare con le tecniche manuali e l’esercizio fisico.

Il problema spesso nasce nel momento in cui non viene riconosciuta o non si fa una buona valutazione diagnostica differenziale.

L’approccio al paziente in prima seduta è la parte più importante di tutto il percorso terapeutico.

Le giuste domande da porre e l’approfondita ricerca dei dettagli che possono fare la differenza è alla base di un buon esame anamnestico (raccolta delle informazioni del paziente).

Come nel caso di Chiara (nome di fantasia) che da mesi soffre di un dolore che dal gluteo arriva fino alla parte posteriore del ginocchio.

Le è stata diagnosticata una sindrome del piriforme e le sono stati prescritti esercizi di allungamento e mobilizzazione dell’anca.

Sindrome_piriforme_02Dopo qualche settimana il dolore non sembra migliorare e Chiara decide di fare una risonanza magnetica (RM) che mette in evidenza una serie di problematiche relative alla colonna lombare, tra cui discopatie e processi degenerativi sia articolari che dei piatti vertebrali.

Quindi il percorso continua con l’uso di un bustino contenitivo ed esercizi posturali.

Passano altre due settimane e Chiara non migliora.

Quando arriva nel mio studio io le chiedo di descrivermi i sintomi e lei mi racconta che il suo dolore è presente soprattutto quando sta ferma, migliora quando si muove e peggiora decisamente di notte, tanto da farla svegliare.

Queste informazioni rappresentano già dei campanelli d’allarme che mi fanno pensare che non ci sia di fondo un motivo muscolare e/o articolare all’origine del dolore.

Guardando la risonanza e leggendo il referto i miei dubbi si chiariscono perché c’è ben specificata la presenza di problemi ginecologici particolarmente sull’endometrio (tessuto che compone l’utero), due cisti di circa 25 mm sull’ovaio sinistro e presenza di essudato (liquido infiammatorio extravascolare).

Alle mie domande, se avesse il ciclo irregolare e/o doloroso (dismenorrea) e dolori durante i rapporti sessuali (dispareunia) la risposta di Chiara è stata affermativa.

A questo punto i test articolari o muscolari sono superflui, il mio consiglio è quello di andare a farsi visitare dallo/a specialista ginecologo/a, perché l’origine del dolore di Chiara è sicuramente di natura viscerale.

Spesso problemi ginecologici si manifestano con sintomi su altre zone come la zona lombo-sacrale o il bacino e fin qui è facile capire la relazione di vicinanza con gli organi, ma non di rado, per motivi di natura anatomico-funzionale che coinvolgono i nervi, i vasi sanguigni, i muscoli e le fasce, i problemi ginecologici si irradiano sulle anche e sulle ginocchia.

Una volta escluse patologie organiche che necessitano dell’intervento dello specialista, il trattamento manuale spesso è molto efficace in questi casi e deve prevedere, ovviamente, un buon lavoro viscerale insieme a quello articolare, muscolare e fasciale.

La corretta diagnosi differenziale, la valutazione dei sintomi che ci riferiscono i pazienti e la “gestione” delle informazioni che ricaviamo durante l’anamnesi ci permettono sempre di fare il meglio per la loro salute.