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L’osteoporosi è stata definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una malattia sistemica (che coinvolge più sistemi dell’organismo) da cause multifattoriali.

Cos’è l’osteoporosi?

È data da una patologica riduzione della massa ossea e da alterazioni dell’architettura del tessuto osseo, che diventa fragile e maggiormente esposto al rischio di frattura.

Si tratta quindi di una alterazione ossea essenzialmente di tipo quantitativo, ovvero della quantità di osso presente, nella quale la composizione minerale del tessuto osseo rimane però normale.

É questa la principale caratteristica che differenzia l’osteoporosi dalla osteopenia, altra patologia frequente nell’età senile che presenta invece un’ alterazione qualitativa del tessuto scheletrico per un difetto di accumulo di calcio sulla matrice ossea.

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Il metabolismo osseo è molto complesso, per sintetizzare possiamo dire che l’osteoporosi è data da un problema di rimodellamento dell’osso, ovvero è più veloce il riassorbimento della matrice ossea da parte di cellule chiamate osteoclasti, rispetto all’accumulo che avviene grazie agli osteoblasti.

L’osteoporosi si distingue nelle forme primitiva e secondaria:

  • OSTEOPOROSI PRIMITIVA:

    • Post menopausa (detta tipo 1)
    • Senile (detta di tipo 2)
    • Idiopatica giovanile (da cause non chiare)
    • Da immobilizzazione e non uso (conseguenze di gessi o tutori)
    • Infiammazione articolare
    • Neuroalgodistrofia (patologia conseguente a immobilizzazione prolungata)

 

  • OSTEOPOROSI SECONDARIA (di tipo 2):

    • Problemi endocrinologici: ipertiroidismo, ipogonadismo, iperparatiroidismo, morbo di Cushing
    • Problemi ematologici: mieloma multiplo, leucosi, linfomi, talassemia
    • Patologie gastrointestinali: gastrectomia chirurgica, celiachia, morbo di Chron, epatopatie croniche
    • Diabete
    • Insufficienza respiratoria cronica
    • Insufficienza renale cronica
    • Uso di corticosteroidi o eparina
    • Malnutrizione

L’osteoporosi è asintomatica, la presenza di dolore è dovuta agli effetti secondari che essa provoca e alle sue complicanze. Tra queste sicuramente ci sono le fratture da fragilità ossea e le deformazioni dei corpi vertebrali.

Osteoporosi_2Le fratture di femore sono la complicanza più pericolosa, soprattutto per le conseguenze date dall’immobilità, dalla gestione post-chirurgica del paziente anziano e dall’allettamento, poi abbiamo quelle di omero e polso.

La caduta, quindi il trauma, è la causa principale ma una buona parte delle fratture avviene anche spontaneamente o per piccole sollecitazioni.

Le fratture vertebrali sono le più frequenti fra quelle osteoporotiche.

I dati epidemiologici sono controversi perché i due terzi sono asintomatiche, spesso il paziente se ne accorge perché fa una lastra per altre ragioni.

Quando sono sintomatiche il dolore è intenso, costringe il paziente a letto per varie settimane.

Di solito sono causa di dolori alla colonna che cronicizzano e determinano una modificazione della struttura della colonna vertebrale stessa.

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La diagnosi

La diagnosi è di tipo strumentale e si avvale della densitometria ossea o mineralometria ossea computerizzata (MOC), questa permette di misurare la densità dell’osso e la quantità di minerali presenti nello scheletro o in determinati distretti anatomici (di solito colonna lombare, femore o polso).

È un esame non invasivo (si utilizzano raggi x in bassissime dosi), semplice da fare.

La RX classica non è indicata per la diagnosi di osteoporosi, ma ci fa sospettare la presenza quando viene fatta per altri motivi. La conferma avviene sempre con l’utilizzo della MOC.

Il trattamento

Il trattamento dell’osteoporosi è prettamente di tipo medico-farmacologico, soprattutto nelle forme secondarie dove si devono gestire patologie conclamate. Nelle forme primarie il medico prescriverà farmaci che reintegrano le carenze vitaminiche o ormonali.

La prevenzione e la gestione di comportamenti quotidiani (importante è un corretto regime alimentare) che possano rallentare il processo osteoporotico sono di fondamentale importanza e tra questi l’attività fisica (anche se a basso impatto) è da consigliare.

Ormai è stato chiarito che la stimolazione meccanica dell’osso ne aumenta la densità oltre che stimolare il metabolismo sistemico.

Nei casi di deformazione vertebrale la fisioterapia è utilissima per la gestione della postura, per il rinforzo di muscoli deficitari e per la riduzione dei problemi  legati al dolore rachideo.

Rispetto al trattamento osteopatico l’osteoporosi non rappresenta una controindicazione assoluta ma relativa.

È compito dell’osteopata modulare le tecniche rispetto al paziente e utilizzare metodologie non invasive o che possano provocare delle complicanze.