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L’alluce valgo o ‘’sindrome dell’alluce valgo’’ è una patologia che attualmente colpisce circa il 50% delle donne tra i 40 e i 60 anni, il rapporto tra maschi e femmine è di 1 a 10.

Tecnicamente è una deformazione del primo raggio con deviazione dell’alluce verso l’esterno che a volte può passare sopra o sotto il secondo dito. Spesso si associa una rotazione interna della falange, con l’unghia che guarda internamente (di solito la rotazione in età precoce è un fattore predisponente e predittivo) e una deviazione interna del primo metatarso, ovvero l’osso subito sotto la falange.

L’alluce si considera valgo se l’angolo tra la falange e il metatarso disegnano un angolo aperto all’esterno superiore ai limiti fisiologici (5°-10°), la cui ampiezza, proporzionale alla gravità della deformità, consente di suddividere la deformità stessa in tre livelli di gravità:

  • 1° grado o lieve < 25°
  • 2° o medio 25° < 40°
  • 3° o grave > 40°.

Alluce valgo 01

Una volta avviata la deformazione dell’osso il gioco muscolare nel tempo può peggiorare la situazione data la complessa architettura del piede, ovvero ogni volta che i muscoli si contraggono, particolarmente il flessore dell’alluce, asseconda la deviazione peggiorandola.

Alluce valgo 02

L’articolazione alla base del dito, la metatarso-falangea, va incontro a lussazione progressiva, ovvero si perderanno i normali rapporti articolari.

Questa condizione porta ad una infiammazione recidivante dei tessuti molli che circondano l’articolazione. Per prima la capsula articolare, secondariamente a causa del contato con le calzature, la sporgenza della testa del metatarso provocherà una borsite che spesso è la causa principale del dolore.

Alluce valgo 03

Il protrarsi della problematica genera a livello articolare l’istaurarsi di artrosi che insieme all’irritazione nel nervo sottocutaneo accentuano il sintomo doloroso. Al dolore nella zona dell’articolazione si associa a spesso una severa metatarsalgia.

È ovvio che la limitazione funzionale, e quindi la difficoltà a camminare, spesso diventano invalidanti per la normale quotidinaità.

Alluce valgo 04Nei casi più gravi si nota una modificazione dell’architettura del piede, sia della sua parte posteriore (retropiede) che nel mediopiede con il crollo dell’arco plantare.

La deformazione dell’alluce può accompagnarsi oppure essere responsabile della deformazione del secondo dito.

Cause:

Le cause più comuni includono fattori ereditari, piede piatto, iperlassità legamentosa, alluce lungo. A volte già nelle ragazze in età adolescenziale è evidente la predisposizione alla deformazione del primo metatarso.

Tra le cause acquisite sicuramente avremo l’aumento di peso e l’uso di calzature non idonee (troppo strette).

Anche alcuni sport possono predisporre a questa condizione come la danza, la corsa o l’arrampicata.

Patologie come l’artrite reumatoide, la gotta, malattie del connettivo o malattie neurologiche possono causare un alluce valgo secondario.

Diagnosi:

La diagnosi è facile e immediata per le caratteristiche cliniche della patologia come la deformazione o la presenza della borsite. L’utilizzo di diagnostica strumentale come i raggi x è utile per valutare il grado di deformazione e indirizzare il trattamento.

Alluce valgo 05

Trattamento:

Alluce valgo 06Il trattamento è innanzitutto preventivo, in età precoce se si manifestano i primi segni di alterazione della forma articolare, soprattutto se c’è familiarità, sarebbe utile cominciare con un programma di esercizio terapeutico che consiste in una serie di lavori mirati al riequilibrio delle forze che agiscono sulla struttura del piede, esercizi di rinforzo o di allungamento per normalizzare le catene muscolari, esercizi propriocettivi per recuperare la normale attivazione dei meccanismi autonomi durante lo schema del passo e durante la stazione eretta. È importante associare dei trattamenti di terapia manuale per assicurare una buona mobilità a tutte le strutture coinvolte.

Alluce valgo 07In età adulta ai primi segni di alterazione della forma articolare o ai primi sintomi dolorosi si dovrebbe cominciare con il trattamento conservativo. Oltre all’esercizio terapeutico come prima descritto e alla terapia manuale, sarebbe utile associare della terapia fisica strumentale (ultrasuono, laser) che vada ad agire sull’infiammazione della borsa e dell’articolazione in modo da diminuire precocemente la sintomatologia dolorosa. Integrare con la terapia infiltrativa è utile nei casi in cui la borsite non risponde agli altri trattamenti. Un programma di esercizi domiciliari da svolgere sul lungo periodo è utile per un buon mantenimento (rimando all’articolo https://www.andrealostocco.it/i-migliori-esercizi-per-la-salute-del-piede).

L’utilizzo di ortesi come plantari specifici o ausili sanitari come distanziatori a volte può essere indicato per alleviare i sintomi.

Il trattamento conservativo mira primariamente alla riduzione del dolore ma non ha un’azione definitiva sulla deformazione, nei casi i cui i dolori diventano invalidanti si può prendere in considerazione il trattamento chirurgico. Si dispone di numerose tecniche chirurgiche (sono descritte circa 100 tecniche sia sui tessuti molli che sull’osso) che si adattano a ogni caso particolare.

Successivamente all’intervento chirurgico è sempre necessario l’intervento fisioterapico per risolvere tutti i problemi legati alla cicatrice, alla mobilità articolare e al recupero della forza, oltre che a scongiurare esiti sfavorevoli post-chirurgici come l’alluce rigido (che merita una descrizione a parte).

ESERCIZI PER LA SALUTE DEL PIEDE feat

Prendendo spunto da un interessante articolo propongo una serie di esercizi utili per migliorare la salute dei vostri piedi, in una stagione come l’estate, in cui è anche piacevole camminare a piedi nudi o farsi lunghe passeggiate al parco o in montagna.

A volte però le vostre articolazioni o i vostri muscoli possono essere messi a dura prova provocando fastidiosi problemi.

Praticare frequentemente i giusti esercizi, per migliorare la forza e la flessibilità dei muscoli o dei tessuti molli, e ottimizzare il movimento articolare incide positivamente sulla buona salute del piede fornendo il giusto supporto e influenzando positivamente l’attività quotidiana di ogni individuo.

Non entrerò troppo nel merito, ma trascurare la salute dei piedi, spesso significa incorrere in problemi che si possono riflettere su altre articolazioni come conseguenza di un alterato equilibrio durate il passo o la stazione eretta

Gli esercizi qui proposti sono di facile e comprensibile riproduzione e non necessitano di attrezzature particolari, possono quindi entrare a far parte di una normale routine di esercizio periodico.

  1. MIGLIORARE LA FLESSIBILITÀ GENERALE

In una comoda posizione seduta tenere i talloni ben aderenti al suolo e in maniera alternata sollevare tutte le punte dei piedi e arricciarle verso il pavimento. Questo migliora la flessibilità delle dita, della fascia plantare e dei muscoli posteriori del polpaccio.                   ESERCIZI PER LA SALUTE DEL PIEDE 01

  1. STRETCHING DELL’ALLUCE

Da seduti accavallare una gamba all’altra e con la mano afferrare l’alluce e stirarlo sia verso la pianta del piede che verso il dorso. La rigidità dell’alluce può provocare problemi durante la deambulazione che possono ripercuotersi anche sulle articolazioni lontane come l’anca.                    ESERCIZI PER LA SALUTE DEL PIEDE 02

  1. ALLUNGARE LE DITA DEI PIEDI

Si procede allo stesso modo dell’esercizio precedente, devo afferrare però tutte le dita contemporaneamente.

ESERCIZI PER LA SALUTE DEL PIEDE 03

  1. APRIRE LE DITA DEI PIEDI

Da seduti con i talloni ben aderenti al pavimento aprire bene le dita dei piedi distanziandole il più possibile. Questo esercizio migliora la mobilità articolare, la forza dei muscoli intrinseci e l’appoggio plantare, influenzando positivamente tutti i recettori posturali presenti in gran numero sulle dita e nel piede.

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  1. ARRICCIARE LA PUNTA

Da seduti arricciare le dita in modo da ‘’raccogliere’’ un asciugamano che abbiamo messo precedentemente sotto la pianta del piede. L’effetto è lo stesso dell’esercizio precedente agendo più specificatamente sulla fascia plantare.

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  1. CAMMINARE A PIEDI NUDISULLA SABBIA (O SU UN PRATO)

Camminare a piedi nudi sulla sabbia o su un prato è un ottimo esercizio sia per rinforzare che per ammorbidire la muscolatura dei piedi e dei polpacci. Vanno però fatte delle considerazioni che potete trovare nel seguente articolo: https://www.andrealostocco.it/e-arrivata-lestate-si-cammina-a-piedi-nudi-o-no/

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  1. MASSAGGIO PLANTARE

Con l’utilizzo di una pallina da tennis o degli appositi cilindri si fa un massaggio della fascia plantare facendoli scorrere dalla punta del piede al tallone (particolarmente indicato nei casi di fascite plantare). Questo lavoro distende i muscoli e le fasce plantari oltre a dare uno stimolo propriocettivo importante.

ESERCIZI PER LA SALUTE DEL PIEDE 07

A questi esercizi si deve aggiungere una sessione di stretching di tutti i muscoli principali dell’arto inferiore.

Questa sequenza è adatta ad ogni età e ad ogni situazione essendo esercizi non invasivi e per niente sovraccaricanti, ma il mio consiglio e quello di rivolgersi sempre al proprio terapista qualora ci fossero dubbi o incertezze e soprattutto se insorgono fastidi o dolori. Sarà compito del fisioterapista mettere a punto una sequenza che più sia adatta alle vostre esigenze.

[1] https://www.medicalnewstoday.com/articles/320964

 

Siamo in estate, ed è piacevole finalmente camminare a piedi nudi senza calzature che li avvolgono costantemente.

È gradevole stare scalzi dentro le nostre abitazioni (godendoci magari un pò di fresco del pavimento), su un prato d’erba o sulla sabbia di una spiaggia.

Ma cosa dice la scienza riguardo al camminare a piedi nudi?

Fa sempre bene?

È utile per i nostri figli in modo da favorire il giusto sviluppo muscolo-scheletrico delle articolazioni degli arti inferiori?

Fa bene fare sport scalzi?

Cerchiamo di fare un pò di chiarezza e magari fugare qualche dubbio.

Il piede

piedi nudi 01 Il piede è formato da 30 ossa che tra loro si articolano in un complesso sistema che comprende strutture tiranti e strutture stabilizzanti.

Proprio grazie a questa architettura il sistema articolare del piede basta a se stesso.

Nei secoli passati la l’uomo ha avuto la necessità di coprire i piedi a causa delle asperità del terreno che calpestava o per coprirsi dal freddo.

Oggi l’uso di calzature è una normale abitudine, ma spesso queste rispondono principalmente a dei canoni legati alla moda e non sempre rispettano le regole del comfort.

È un’idea comune quella di ritenere che camminare a piedi nudi sia benefico per lo sviluppo motorio e la biomeccanica del piede stesso, ma in base all’età ed alle condizioni fisiche e di salute del soggetto può essere la causa di patologie o di lesioni[1].

La struttura del piede cambia gradualmente durate la crescita e di conseguenza la sua funzione.

Nei bambini

Quello che è considerato normale quando si è giovani può essere fonte di patologie quando si è più avanti con l’età e viceversa (per esempio i bambini formano l’arco plantare entro i primi 10/12 anni di vita per cui una tendenza al piede piatto da piccoli è normale).

piedi nudi 02È importante da bambini abituare il piede a calpestare delle superfici sempre diverse (sabbia, erba, terra ecc.) per far adattare la struttura del piede alle varie caratteristiche del terreno e per uno sviluppo ottimale della struttura muscoloscheletrica del piede.

Ciò aiuta a prevenire patologie podaliche ed è utile a valutarne l’eventuale presenza osservando il bambino mentre cammina (per esempio nel caso di retrazione del tendine d’Achille o problemi morfo-disfunzionali).

Inoltre è un ottimo stimolo per il giusto sviluppo di tutte quelle vie recettoriali sensitive che fanno del piede un fondamentale “organo di senso”.

In età adulta

Nell’adulto la camminata a piedi nudi sarebbe da sconsigliare nel caso in cui c’è la presenza di patologie specifiche o di sovrappeso, l’uso di calzature flessibili, piatte, leggere e non costrittive sarebbe da consigliare.

Una calzatura con una suola piatta riduce del 24% la pressione sulla pianta del piede mentre una soletta anatomica lo abbatte del 44%.

piedi nudi 03I soggetti che presentano lassità legamentosa congenita o instabilità secondaria ad altre patologie potrebbero avere difficoltà a camminare scalzi a causa di una carente tenuta dell’arco plantare o dell’iperestensione del ginocchio.

Questo alla lunga può rappresentare una fonte di ulteriori problematiche ascendenti.


piedi nudi 04Il carico sulle varie ossa del piede deve essere distribuito nelle giuste proporzioni, nella fase di appoggio su entrambi i piedi, quando appoggiamo su un solo piede e quando “spingiamo” per fare un passo.

Un’alterazione di questo equilibrio potrebbe sovraccaricare delle strutture non adatte a tale compito, pensiamo per esempio alle metatarsalgie (dolore alla base delle falangi, soprattutto quando siamo in piedi), in cui il carico si concentra esclusivamente su una piccola superficie.


Attività fisica a piedi nudi

Diverso è se parliamo invece di attività fisica a piedi nudi.

Quasi tutti gli studi scientifici che trattano l’argomento ne misurano gli effetti sul breve termine, mentre degli esiti sul lungo periodo se ne sa ancora poco.

Affermare quindi che la camminata o la corsa a piedi nudi abbia degli effetti benefici soprattutto a distanza di tempo non è tutt’oggi certo, così come non è possibile affermare che sia dannoso.

Rimane un argomento controverso che si presta ad ulteriori dibattiti e che necessita di successive ricerche ed approfondimenti.

Alcuni approfondimenti

Sono molti gli elementi discordanti:

  • La velocità della camminata e la presenza di problematiche preesistenti spesso non viene presa in considerazione, e questo crea confusione sui risultati finali degli studi.
  • Camminare a piedi nudi crea un impatto maggiore sul terreno e questo crea una forza di “contraccolpo” dal suolo verso il piede. Non è stato chiarito però se questa sia la causa di eventuali infortuni o sovraccarico.
  • La cute della pianta del piede di chi abitualmente cammina scalzo è spessa e dura. Questo forse spiega perché la distribuzione del carico plantare è migliore, ma non essendo stata considerata la velocità della camminata non si può fare chiarezza al riguardo.
  • Camminare scalzi su superfici non regolari può favorire la formazione di callosità o lesioni cutanee che alla lunga possono essere fonte di dolore e quindi di distribuzione anomala del carico, oltre che di eventuali infezioni cutanee.
  • Alcuni dati riportano che la morfologia del piede può modificarsi a favore di un piede più ampio se si cammina troppo scalzi, ma non viene presa in considerazione l’eventuale lassità legamentosa o il pesò del soggetto. Camminare scalzi però tende a rinforzare i muscoli intrinseci del piede.
  • È stato spesso discusso se l’uso di calzature, soprattutto se strette, può essere causa di alluce valgo, ma recenti studi hanno determinato che questo è solo uno dei fattori predisponenti, in alcune tribù primitive che non usano calzature sono stati comunque riscontrati dei casi di alluce valgo.
  • Ci sono scarse evidenze che confermano che l’abitudine a stare scalzi fin da piccoli riduca il rischio di piedi piatti, anche se una ricerca fatta confrontando gli adulti africani (più abituati a camminare scalzi) rispetto agli europei afferma che i primi hanno archi plantari più alti dei secondi.
  • Gli atleti di alto livello che sono abituati a gareggiare scalzi (pensiamo ai maratoneti) non sembrano avere perfomance migliori di chi invece gareggia con le calzature.
  • Gareggiare scalzi fa aumentare drasticamente il carico sull’avampiede e questo può predisporre a fratture metatarsali da stress. Nonostante sembra non esserci relazione diretta con altri tipi di infortuni.

Per quanto riguarda gli effetti sul breve periodo gli studi ci dicono che sia negli adulti che nei bambini l’attività fisica frequente, particolarmente la corsa, praticata a piedi nudi potrebbe favorire l’esordio di patologie articolari anche a distanza (come per esempio nel ginocchio), anche se è dimostrato che favorisce il minor dispendio di energia.

Patologie e benefici della camminata a piedi nudi

Da un punto di vista clinico alcune patologie sembrano beneficiare della camminata a piedi nudi (particolarmente quelle a carico del ginocchio come le tendiniti, il sovraccarico dei muscoli posteriori della coscia e la fascite plantare), mentre in altri casi è utile camminare con le calzature (nel caso di tendinite del tendine d’Achille o a carico dei tendini del polpaccio).

In definitiva dalla letteratura scientifica attualmente presente non è possibile giungere a conclusioni definitive.

Alcuni testi anche autorevoli incoraggiano a stare scalzi e camminare su superfici diverse altri invece consigliano di indossare le calzature anche quando siamo in casa.

Alla luce di quello che è stato descritto precedentemente possiamo affermare che una risposta definitiva non c’è. Come spesso succede i medicina ogni singolo caso va valutato in maniera specifica.

Camminare scalzi può essere utile (soprattutto quando parliamo di bambini o soggetti giovani), ma attenzione a quelle situazioni in cui c’è la presenza o la tendenza a soffrire di patologie a carico del piede.

piedi nudi 05Scegliere la calzatura adatta

La vita moderna ci “impone” l’uso delle calzature, soprattutto perché spesso calpestiamo superfici non adatte per camminare scalzi.

Non siamo quindi abituati a camminare scalzi, e quando lo facciamo senza la giusta gradualità possono presentarsi problemi dati dal sovraccarico articolare improvviso o problemi a carico dei tessuti.

È ovvio che le calzature che si utilizzano devono essere sempre comode e confortevoli e se a volte si cede alle “necessità modaiole” (come le scarpe con il tacco o particolarmente strette) deve essere un’eccezione e non la regola.

La buona salute del piede dipende spesso anche da una condotta igienica corretta:

  • È buona regola tenere sempre il piede asciutto, il piede umido o bagnato rende la cute più fragile ed esposta all’ingresso di batteri o funghi.
  • Evitare di camminare scalzi se si hanno tagli, escoriazioni, irritazioni di vario genere, micosi.
  • Utilizzare sempre prodotti adatti e certificati (smalti, creme ecc.), quelli di scarsa qualità possono provocare reazioni cutanee o irritazioni.
  • Se si è esposti al sole utilizzare sempre una crema che protegge dai raggi ultravioletti, così come si fa per le altre zone cutanee esposte.

[1] Hollander K, Heidt C, VAN DER Zwaard BC, Braumann KM, Zech A. Long-Term Effects of Habitual Barefoot Running and Walking: A Systematic Review. Med Sci Sports Exerc. 2017;49(4):752-762. doi:10.1249/MSS.0000000000001141