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STRESS STANCHEZZA PANDEMIA 03

Negli ultimi mesi, quelli della pandemia per intenderci, chi opera nel settore sanitario ha potuto riscontrare che i pazienti riferiscono sintomi legati allo stress, stati d’ansia, stanchezza, fatica, astenia immotivate che precedentemente non avevano.

STRESS E STANCEZZA DA PANDEMIA – LO STUDIO DELL’OMS

Ovviamente questo è plausibile dato il periodo particolare che stiamo attraversando, ma l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha condotto uno studio dal quale ha concluso che esiste una vera e propria sindrome che ha definito PANDEMIC FATIGUE (stanchezza pandemica).

STRESS STANCHEZZA PANDEMIA 01L’OMS, in questo studio condotto negli ultimi mesi e pubblicato recentemente, ha somministrato un questionario ad un campione sparso su tutta la popolazione europea, i dati raccolti fanno emergere una realtà che conferma come la pandemia da COVID-19 ha provocato un aumento importante di nuovi casi di depressione e ansia, ha peggiorato i problemi di salute mentale già esistenti, con forti conseguenze sul piano familiare, professionale, economico e sociale.

Tutto questo con un costo importante in termini emotivi e fisici per la popolazione (e soprattutto per il personale sanitario).

La stessa OMS stima che il 60% della popolazione europea soffra di questa sindrome che si manifesta con stanchezza e spossatezza immotivate e forte apatia.

Tutto pare sia dovuto allo stato di incertezza che questa pandemia porta con sé, alla prolungata crisi sanitaria ed economica che stiamo attraversando e della quale non riusciamo a stimarne la conclusione.

I SEGNALI

I dieci segni della pandemic fatigue[1]:

  1. Non sei diligente nel lavarti le mani o nell’indossare correttamente la mascherina
  2. Sei meno attento di quanto dovresti al distanziamento sociale
  3. Nonostante dormi sufficientemente sei continuamente stanco
  4. Ti senti più impaziente e più irritabile
  5. Ti turbano situazioni che prima non ti turbavano
  6. Ti senti stressato da compiti o situazioni che di solito gestisci bene
  7. Non ti senti coinvolto da cose che di solito trovavi divertenti
  8. Non sei fiducioso nel futuro
  9. È aumentato il tuo consumo di alcol, cibo o sostanza come la nicotina
  10. Hai difficoltà di concentrazione

STRESS STANCHEZZA PANDEMIA 02Le norme stabilite dai governi per far fronte all’emergenza sanitaria, vengono vissute da parte di qualcuno come un obbligo e questo crea una forte percezione di perdita della normalità (cosa per altro plausibile in un periodo di eccezionale emergenza) che porta ad essere demotivati e distaccati.

Questo a livello sociale e sanitario può avere un costo in termini di disinteresse ad informarsi sulle nuove direttive anti-contagio e demotivati a applicare le normali norme di prevenzione come può essere il corretto uso dei dispositivi di protezione individuale (mascherine, ecc).

Questa condizione, secondo gli studiosi, è destinata a peggiorare con il prolungarsi della pandemia.

REAGIRE AI SEGNALI

STRESS STANCHEZZA PANDEMIA 03Nella prima fase dell’emergenza e quindi quando si presenta il pericolo, ogni essere vivente applica il proprio istinto di sopravvivenza e quindi reagisce, ma con il protrarsi dei mesi queste risorse tendono a svanire fino ad esaurirsi e ciò inevitabilmente rende il soggetto più vulnerabili e meno reattivo.

Alcune fasce sociali sono sicuramente più colpite da questo fenomeno, le variabili importanti da considerare sono l’età, la presenza o meno di familiari vicini, il livello di scolarizzazione, il tipo di impiego lavorativo, il luogo di residenza.

Le persone anziane, spesso sole, sono quelle più soggette anche per motivi strettamente legati allo stato di salute generale che gli coinvolge.

Le persone sole o isolate non possono avere il conforto di familiari o amici vicini con i quali condividere le problematiche quotidiane o confrontarsi.

Il basso livello culturale o la scarsa scolarizzazione non permette una completa comprensione del problema o delle informazioni che circolano.

Qualcuno ha perso il lavoro, ha modificato forzatamente il proprio stile di vita cambiando le modalità con cui svolge la propria attività lavorativa che magari è cambiata non in meglio. L’incertezza sul futuro e su quello che la crisi economica provocherà fa il resto.

I cittadini che risiedono in luoghi particolarmente colpiti dalla pandemia vivono la loro quotidianità circondati continuamente dalla “ingombrante presenza” del virus.

I CONSIGLI DEGLI ESPERTI

L’OMS consiglia di cercare di comprendere che di fatto lo svolgimento della vita normale è possibile nella maggior parte dei casi, ponendo però attenzione a semplici regole di comportamento.

L’accesso ad informazioni aggiornate fornite da fonti sicure e attendibili, può ridurre l’ansia, il disagio emotivo e l’incertezza che spesso sono causate dalla ricezione di notizie incomplete, poco attendibili, che servono solo a “spettacolarizzare” la notizia o a creare le ormai famose fake news.

Gli esperti raccomandano, dove possibile, di alternare momenti di impegno a momenti di relax, in cui è però importante non cedere alla noia o all’apatia ma rilassarsi svolgendo attività che impegnano fisicamente (ovviamente vanno bene anche attività a basso impatto) e mentalmente.

Porsi degli obiettivi a breve termine che sia anche finire un libro, riprendere un hobby o un lavoro lasciato in sospeso, aiuta a dare “importanza al tempo” e a focalizzare l’attenzione su qualcosa di concreto.

STRESS STANCHEZZA PANDEMIA 04Aumentare le interazioni sociali in questo momento può sembrare un paradosso, ma se usiamo i mezzi di comunicazione in maniera virtuosa (telefono, social network, blog, ecc.) o incontrarci di persona nei limiti del consentito, ci possiamo confrontare con gli altri, scambiare idee, impressioni e pareri.

Questo ci aiuta a scongiurare la solitudine, che come abbiamo visto per alcune categorie sociali è un vero problema, e inoltre ci può aprire a nuovi interessi e quindi nuovi obiettivi.

Meglio mettere al corrente le persone che ci circondano del nostro stato d’animo alterato in modo che possiamo essere compresi nei momenti più delicati, e bisogna evitare tutte le situazioni che possono generare stress ulteriori compresi i contatti con persone con le quali non andiamo d’accordo o con le quali non siamo in armonia.

Invece condividere un’esperienza negativa con chi è in una situazione simile aiuta noi e gli altri ad acquisire consapevolezza ed eventualmente ad attuare strategie condivise per far fronte al problema.

Questo aspetto è importante perché essere consapevoli del problema riduce le ansie immotivate, e ci rende attivamente partecipi, perché solo aumentando il nostro livello di attenzione e considerazione del problema possiamo cercare tutti di uscirne fuori il prima possibile.


[1] https://www.psychologytoday.com/us/blog/the-squeaky-wheel/202008/10-signs-you-have-pandemic-fatigue-and-how-cope

 …e come gestirli stando a casa.

In questo periodo in cui siamo costretti a stare in casa a causa del diffondersi del “corona virus” è frequente il risvegliarsi di vecchi dolori all’apparato muscolo-scheletrico o alla sopraggiunta di nuovi.

L’immobilità, la preoccupazione per noi e per i nostri cari, la perdita delle normali abitudini quotidiane (comprese quelle alimentari e del ritmo sonno-veglia) possono essere fonte di problematiche a carico dell’apparato muscolare e scheletrico.

I motivi che ritroviamo all’origine di tali disturbi si spiegano andando a rivedere quali sono le funzioni fisiologiche che regolano tali fenomeni.

L’aumento del tono muscolare è una delle cause principali di dolore muscolo-scheletrico, spesso associata a problematiche relative alle articolazioni come le disfunzioni vertebrali.

Quando parliamo di aumento del tono muscolare si intende quella situazione per la quale le fibre muscolari tendono ad essere più corte rispetto alla loro condizione basale di normalità, questa se protratta nel tempo diminuisce l’efficacia stessa del muscolo rendendo la sua funzione insufficiente.

La continua stimolazione delle fibre muscolari creerà un’eccitazione delle fibre nervose che cominceranno ad inviare segnali nocicettivi (dolorosi).

Janda descrive cinque tipi differenti di aumento del tono muscolare:

  • Disfunzione limbica
  • Spasmo segmentale
  • Spasmo riflesso
  • Trigger points
  • Tensione muscolare

In questo articolo tratterò quella che si definisce DISFUNZIONE LIMBICA che sta alla base dei dolori psicosomatici.

Parlare di psicosomatica in poche righe è pressoché impossibile, cercherò di essere il più schematico possibile per rendere più fruibile al lettore la comprensione dello scopo dell’articolo.

Il SISTEMA LIMBICO è quella struttura anatomica che si trova alla base del cervello (nella zona detta tronco encefalico) e che regola i nostri comportamenti, soprattutto quelli automatici.

Dolori_muscolo_scheletrici_01

Nello specifico il sistema limbico, grazie all’ipotalamo, ha un ruolo centrale nel controllo di quelle funzioni autonome che regolano l’omeostasi (equilibrio) dell’organismo.

Tra queste c’è la regolazione della temperatura corporea, della pressione arteriosa, del bilancio idrico, del peso, del meccanismo fame/sete.

Dolori_muscolo_scheletrici_02Il tronco dell’encefalo comunica costantemente con la corteccia cerebrale grazie ad una serie di neurotrasmettitori e di ormoni che fungono da messaggeri.

Tra questi la SEROTONINA è quell’ormone che modula la sensazione del dolore, ovvero inibisce (quindi crea un ostacolo) la sensibilità dolorosa.

L’aumento dello stress provoca una minor produzione di serotonina quindi diminuiscono le barriere che bloccano la sensazione dolorosa (abbassando la soglia), inoltre l’attivazione dell’ipotalamo crea una serie di eventi a catena che coinvolgono numerosi organi e sistemi, tra i quali il sistema ormonale o l’apparato gastrointestinale.

A conferma di ciò i disturbi psicosomatici vanno dalla cefalea alla gastrite, dalla cervicalgia alla dermatite, dal dolore cronico alla stanchezza cronica e così via.

Se ci soffermiamo su quello che succede a livello muscolo-scheletrico, vediamo che la condizione psicologica indotta dallo stress crea un’attivazione ormonale che a sua volta aumenta il tono basale dei muscoli e in qualche modo modifica anche i nostri atteggiamenti posturali.

Se lo stress persiste si capisce come questo possa dar luogo a condizioni di tensione costante.

Spesso ad essere coinvolta è la zona cervico-dorsale, ma se il soggetto tende a soffrire di lombalgia o dolori in altri distretti corporei, la reazione psicosomatica non farà atro che aumentare o scatenare quel sintomo.

Dolori_muscolo_scheletrici_03

Il ruolo del fisioterapista/osteopata in questi casi è quello di agire sulle concause dello stress ed intervenire su fattori come dolore o tensione muscolare che possono alimentare il circolo vizioso.

In questo periodo in cui restare a casa è l’indicazione imprescindibile  a cui attenersi ci sono diverse cose che si possono fare per aumentare i livelli di serotonina e quindi diminuire lo stress:

  • Attività fisica: l’attività fisica richiama subito alla mente “lo stare all’aria aperta”, non è detto che un programma di esercizi quotidiani a basso o alto impatto, in base alle proprie possibilità, non si possa fare in ambito casalingo o, per chi ha la fortuna di averlo, su un terrazzo o in giardino.
  • Stretching: affiancare all’attività fisica anche esercizi di allungamento o esercizi posturali che si possono concordare con il fisioterapista anche a distanza (magari telefonicamente).
  • Controllare lo stress: il pensiero positivo è alla base del controllo dello stress, un piccolo aiuto lo possiamo trovare nell’utilizzo di esercizi di respirazione o per chi è abituato nella meditazione. È possibile reperire tali sequenze sulle più comuni piattaforme video sul web. https://www.youtube.com/results?search_query=esercizi+respirazione+rilassamento (qui trovate degli esempi).
  • Mangiare bene: la corretta alimentazione e la riduzione delle bevande alcoliche e troppo zuccherine influisce positivamente sul sistema limbico e ormonale.
  • Stare al sole: passare più tempo possibile esposti al sole aumenta i livelli di vitamina D che favorisce la secrezione di serotonina.
  • Ascoltare la musica: tenere in sottofondo della buona musica (o comunque la propria musica preferita) durante le normali attività quotidiane come farsi la doccia, occuparsi delle faccende domestiche o semplicemente stando a riposo, è un ottimo rimedio contro lo stress e i pensieri negativi.

Questa pochi consigli vogliono essere un semplice aiuto in questi periodi difficili, ma possono essere di aiuto anche quando si tornerà alla normale vita quotidiana.